Tempo è: tempo prima dimensione dello spazio 

13 dicembre 2023  - Lezione n.17

Il concetto di tempo si rivela come la primaria dimensione intrinseca dello spazio, un elemento cruciale nell'esplorare il mondo tridimensionale. In questa lezione, ci si interroga sulla natura non oggettiva di tale mondo, suggerendo che la percezione dello spazio dipende da variabili complesse, tra cui il susseguirsi del tempo. Nel corso della storia, sia il concetto di spazio che quello di tempo subiscono evoluzioni, plasmati dalla nostra conoscenza in continua mutazione.

Nel primo grado di complessità, il tempo emerge come la fondamentale dimensione cognitiva, esplicativa e generativa dello spazio. In uno scenario tridimensionale, il tempo conferisce significato e forma al nostro concetto di spazio, delineando un filo narrativo che conduce attraverso l'intreccio delle coordinate spazio-temporali.

Passando al secondo grado, lo spazio si presenta come un intervallo percorribile, un tratto che si svela e si configura in base alle dinamiche temporali in gioco. Il terzo grado ci spinge a riflettere sul concetto di punto, privo sia di spazio che di tempo fino a quando non viene coinvolto nell'esplosione temporale. La fisica, con il suo affascinante esempio di buchi neri e collassi della materia, fornisce un contesto per questa riflessione sulla creazione concomitante di tempo e spazio.

Il quarto grado invita a considerare la gerarchia dei sistemi di riferimento, suggerendo che ogni sistema inferiore è contenuto da uno superiore. Ciò solleva l'interessante questione di come percepiamo oggetti tridimensionali vivendo in un mondo bidimensionale e propone un esempio affascinante di come una sfera in un piano può essere percepita in modi differenti a seconda della prospettiva.

Il quinto grado si concentra sulla proiezione, evidenziando come dai livelli inferiori si manifesti una proiezione dei livelli superiori. Ciò apre la possibilità di percepire e comprendere ciò che è al di sopra di noi, un concetto intrigante che si lega alle dimensioni superiori della realtà.

Infine, il sesto grado sottolinea la validità interna di tutti i sistemi di riferimento, ognuno dotato di spazio e tempo autonomi. L'immagine di un piano piegato e la relativa percorrenza temporale sottolineano la relatività delle misure spazio-temporali, suggerendo che la percezione dipende dal contesto in cui ci si trova, aprono così ulteriori riflessioni sulla complessità della nostra comprensione del mondo tridimensionale.


La natura del Tempo

L’umanità è capace di assimilare un progresso tecnologico che annulli le distanze e che cambi le abitudini e comportamenti; ad esempio, la differenza tra il “chi è” cambiato in “dove sei” legato alla nascita dei cellulari, oppure il fatto di parlare e vedersi ovunque, combinarsi biologicamente per procreare, clonare…

In questo paragrafo ci si interroga sulla struttura mentale che vede nello spazio e nel tempo delle quantità oggettive; gli architetti di abitudine pensano a plasmare una cosa che è, non pensano di poter creare essi stessi il tempo e lo spazio e questa è una questione rilevante se pensiamo al cambiamento di paradigma da uno meccanico e oggettivo ad uno informatico e soggettivo (ritorno alla cattedrale).

Partiamo da queste condizioni che sostengono:

1.      Il tempo è la prima dimensione dello spazio, è l’unico modo di descrivere lo spazio (ricordiamoci di Flatlandia, in uno spazio ad una sola dimensione, l’unico modo si conoscere quanto è grande lo spazio lineare, è quello di percorrerlo nel tempo da un punto A ad un punto B. L’intervallo di tempo percorso ci permette di descrivere la condizione spaziale)

2.      Lo spazio è un intervallo percorribile e quindi la sua minima dimensione è quella della linea.

3.      Il punto è ciò che non ha spazio, né tempo.

Chiediamoci come questa idea del tempo come fattore decisivo per la comprensione dello spazio può condurci a formulare alcune idee interessanti in architettura.

Il tempo non è solamente la prima dimensione dello spazio, ma è lo strumento per comprendere mondi a meno dimensioni del nostro e per immaginare mondi a più dimensioni.

4.      Ogni sistema di riferimento inferiore è contenuto nel sistema di riferimento superiore

5.      Da un sistema inferiore si ha proiezione di uno di livello superiore

6.      Ogni sistema di riferimento è valido al suo interno e ha uno spazio e un tempo autonomo.

Quindi nei diversi sistemi di riferimento, a uno, due o tre dimensioni, i tempi sono diversi, scuotendo l’idea di “oggettività del tempo” e di conseguenza “l’oggettività dello spazio”.

Facciamo un esperimento.

Su un foglio di carta tracciamo una retta T tra i punti A e B. Nel mondo bidimensionale del foglio, T è l’intervallo temporale e spazio possibile più breve per unire A e B.  Se curviamo il foglio, prima leggermente e poi più marcatamente, nel mondo bidimensionale del foglio la retta T rimane invariata (anche se curva). Se curviamo il foglio fino quasi a far toccare A e B, la curva T è sempre il percorso più breve per collegare A e B nel mondo bidimensionale; in un mondo ad un livello superiore, quindi tridimensionale, ci accorgiamo però che tracciando una seconda retta chiamata T’ tra B ed A, potremmo trovare la maniera più rapida per andare da A a B.

Vedendo il tutto da un’altra dimensione, non solo si risolve diversamente il collegamento tra A e B ma quello evidente è che i “tempi” sono differenti (T’ è più corto di T); essendo i tempi diversi lo sono anche gli spazi e nascono nuovi modi, più efficienti, di unire A con B.

Non vi sono quindi uno spazio e un tempo assoluti ma tutto è autonomo e dipende dal sistema di riferimento usato.  Ad esempio, nel traffico, vi è una dimostrazione lampante: non sempre la strada più corta è la più veloce e viceversa.


Quattro Dimensioni

La quarta dimensione, come visto prima, non è il tempo, bensì è una quarta dimensione geometrica che estende la geometria XYZ nella progressione che abbiamo descritto.

Possiamo pensare a creare uno spazio a quattro dimensioni con un processo di traslazione; se lo spazio a tre dimensioni è uno spazio cubico con otto vertici, traslando un cubo avremmo uno spazio idealmente racchiuso in un ipercubo che comincia e termina con un cubo e che avrà sedici vertici.

Lo spazio così definito avrà una serie di caratteristiche comuni agli altri:

1.      Il tempo è la prima dimensione dello spazio

2.      Lo spazio è un intervallo percorribile

3.      Il punto è ciò che non ha spazio né tempo

4.      Ogni sistema di riferimento inferiore è contenuto da uno superiore

5.      Da un sistema inferiore si ha la proiezione di uno di livello superiore

6.      Ogni sistema di riferimento è valido al suo interno e ha uno spazio e un tempo autonomi

Per capire che cosa è uno spazio a quattro dimensioni dobbiamo aggiungere una settima formulazione:

7.      In ogni sistema di livello superiore coesistono infiniti sistemi di riferimento di livello inferiore.

Come funziona e cosa succede all’interno di uno spazio a quattro dimensioni?

Funzionano tutti i punti descritti in precedenza partendo dal presupposto che dentro ad uno spazio a quattro dimensioni coesistono infiniti cubi, così come in uno spazio a tre dimensioni coesistono infiniti piani ed in uno spazio a due dimensioni coesistono infinite linee (non devono essere semplicemente cubi, ma anche ovali, spiraliformi, sferici…il cubo è preso per semplicità).

Ciascuno dei sistemi di riferimento può descrivere mondi diversi dal punto di vista di spazio e di tempo; ma se la caratteristica di uno spazio a quattro dimensioni è quella della compresenza di interi mondi a tre dimensioni, qual è la navigabilità al suo interno? Se in quella lineare la navigabilità è quella del binario, in quella a due dimensioni è la navigabilità del binario e piatta, in quella a tre dimensioni è binario, piatta e anche verticale, appare evidente che la navigabilità del mondo a quattro dimensioni è esattamente quella del salto!  

Quindi se in un mondo a due dimensioni posso cambiare continuamente la linea e in quello in tre dimensioni posso cambiare continuamente piano, nel mondo a quattro dimensione posso cambiare continuamente volume e posso cambiare sistema di riferimento tridimensionale. In un mondo a quattro dimensioni, il salto che si fa da un mondo a tre dimensioni ad un altro, non è solo spaziale, ma spazio-temporale.