Comunicazione Marsupiale:

Informazione e figure della Comunicazione in Architettura

6 ottobre 2023 - Lezione n.3

La comunicazione marsupiale, oggetto di riflessione nel contesto della teoria scientifica e dell'evoluzione tecnologica, trova una suggestiva analisi nelle opere di Thomas Kuhn, epistemologo che si è dedicato all'esplorazione delle intricate strutture cognitive della scienza. Nel suo celebre trattato "La struttura delle rivoluzioni scientifiche", Kuhn delinea la complessità di un cambio di paradigma, sottolineando come questo fenomeno emerga attraverso un processo, talvolta prolungato, caratterizzato da vere e proprie rivoluzioni scientifiche.

L'implicazione di tali concetti si estende anche al mondo della tecnologia, catalizzando la trasformazione di attività precedentemente legate al lavoro manuale e al terreno, ora affidate a macchinari. Questa transizione ha inevitabili riflessi nell'approccio e nella percezione di svariati ambiti, influenzando persino l'architettura. Tuttavia, va notato che tale influenza non mina l'essenza intrinseca dell'architettura, la quale, nella sua forma, continua a fungere da veicolo di trasmissione e comunicazione.

Il concetto di comunicazione "marsupiale" emerge con forza, richiamando l'immagine di un marsupio che racchiude un dentro e un fuori, sottolineando la necessità di un'analisi più approfondita e consapevole. Questo approccio sottolinea la complessità di una comunicazione che richiede una profonda comprensione del suo contesto.

Nel corso dell'era industriale, tale approccio comunicativo sembra essere stato accantonato in favore di una produzione standardizzata, orientata verso una funzionalità pragmatica e priva di retorica. Questa filosofia si riflette passivamente anche nell'Architettura Moderna, dove la vendita di un prodotto è orientata verso l'oggettività e l'efficienza.

Tuttavia, con l'avvento dell'epoca moderna, si assiste a un nuovo salto di paradigma che si riverbera anche nell'architettura. Quest'ultima si libera dalle strette conformità del funzionalismo, abbracciando un approccio più libero e sperimentale alla forma. Un esempio emblematico di questo cambiamento è rappresentato dal Museo Guggenheim di Bilbao, progettato da Frank Gehry, che si trasforma in un simbolo di coesione collettiva attraverso la sua singolare e audace concezione architettonica.


Ritorno alla Cattedrale

A Dessau, nel 1926, tutti i ponti con l’edilizia del passato vennero drasticamente eliminati, era nato il Bauhaus. In particolare, la nuova sede del Bauhaus cancellò ogni idea di tipologia edilizia, continuità strutturale, morfologia urbana, cornice prospettica, stile storico e infine di “cattedrale” intesa come carica simbolica e comunicativa attribuita all’architettura.

È proprio questo la scomparsa della cattedrale l’aspetto decisivo; per l’architettura moderna la forma finale era determinata da segni astratti senza significato apparente (pilotis, piano bidimensionale, asola di vetro) assemblati, come un lego, sulla base di regole sintattiche.

Quando i parametri di oggettivazione delle funzioni e di standardizzazione delle componenti, sono andati in crisi, è rientrato in campo il momento narrativo, simbolico e comunicativo dell’architettura (escluso nell’era precedente). Questo inizio di processo di reimmissione del significato e del simbolo all’interno di un linguaggio ha avuto un’anticipazione con il progetto dell’Opera House di Sidney, anche se questo processo ha preso piede molto di recente, nello specifico con il progetto del Guggenheim di Bilbao.

Dal 1997 tutti vanno a Bilbao come se si dovesse compiere un pellegrinaggio, attratto da una nuova cattedrale laica (Toffler definisce la società di oggi “supersimbolica”). Il rientro di quest’architettura comunicativa è legato alla società dell’informazione e informatica.

Nel campo dell’architettura e degli oggetti, l’informazione è narrazione, immagine, design.  Ad esempio, se pensiamo ad un orologio, si compra prima la narrazione, l’utopia di vita, poi la forma e si dà per scontato che il prodotto funzioni, quindi il contenitore stravince sul contenuto.

Questo primo livello comunicativo è solo l’inizio.

Per fare un parallelo, con la Glasshaus di Bruno Taut, l’uso del vetro e della trasparenza fu un inno romantico ma che non incideva nelle vere sostanze in gioco. Il vetro e la trasparenza furono elementi catalizzatori di una nuova visione dell’architettura solamente alla nascita della sede del Bauhaus; a Dessau la trasparenza diventa sostanza stessa del messaggio di Gropious, poiché la trasparenza è l’oggettivazione stessa della funzione, la capacità dell’architettura di annullare ogni aspetto comunicativo e presentare solo sé stessa.

Inoltre, Gropius distrusse i 5 punti dell’architettura del passato adottando:

1-     Corpi liberi aderenti a ciascuna funzione

2-     Un sistema centripeto che conquista dello spazio anziché blocchi chiusi per strada

3-     Costruzione per scheletri strutturali piuttosto che per mura continue

4-     Un linguaggio dinamico piuttosto che figurativo

5-     Eliminazione di ogni simbolismo

Gli architetti di nuova generazione stanno lavorando per sostituire completamente questi punti, non perché non piacciano ma perché non adatti al mondo cambiato che propone sfide differenti da affrontare.

Come fare in modo che l’informazione diventi l’essenza stessa, la materia prima di una fase dell’architettura?