Una definizione di Informazione: il mistero dello O

29 settembre 2023 - Lezione n.1

Nel corso della lezione, ci poniamo l'interrogativo fondamentale riguardo alla definizione di informazione. A questa interrogazione, possiamo rispondere con un esempio chiaro. Immaginiamo un foglio bianco e visualizziamo un punto "." su di esso. Pertanto, possiamo agevolmente definire cosa sia un dato: identifico come "dato" il più piccolo elemento che modifica una situazione preesistente; considerando che il foglio "era" bianco e ora presenta un punto. Un'ulteriore definizione, derivante da quanto appena affermato, sostiene che i dati sono oggetti soggetti a diverse convenzioni. Di conseguenza, possiamo formulare una terza definizione riguardo al rapporto tra dato e convenzione: l'informazione si configura come l'applicazione di una convenzione a un dato.

Proseguiamo ora considerando un altro foglio su cui disegniamo un cerchio, ponendoci però un'altra domanda: "cosa rappresenti?". Per definire effettivamente cosa questo "oggetto" sia, è necessario applicare la terza definizione fornita, cioè applicare a questo dato una convenzione. A questo punto, in funzione della convenzione scelta, il dato sarà interpretabile come una O, uno 0, un cerchio, e così via.

Dopo queste riflessioni preliminari, è opportuno stabilire una distinzione tra il mondo reale e il mondo informatico. La differenza fondamentale risiede nel fatto che nel mondo informatico la convenzione applicata è già ben definita. Da ciò discende la quarta definizione: in informatica non esistono dati, ma solo informazioni. Conseguentemente, possiamo enunciare la quinta definizione: se in informatica non esistono dati, ma solo informazioni, allora tutto è informazione. Questa definizione si basa sull'interpretazione della parola "informazione" come "IN FORMAZIONE", ossia un concetto in costante evoluzione e sviluppo, una massa fluida priva di una forma definita. Se in informatica tutto è in formazione, allora il processo di acquisizione di forma dell'informazione viene definito modellazione e si manifesta attraverso la creazione di modelli. Tali modelli collegano le informazioni a un livello superiore, distinguendosi completamente l'uno dall'altro.


Informazione

Prendiamo un foglio e con una matita facciamo un puntino. Quanto è grande?  Non ha dimensioni, non è possibile misurarlo perché siamo dentro il campo creato dalla domanda “misurare”. Il punto, quindi, non ha dimensioni (o non ha parti, come scrisse Euclide). Quindi per misurare il punto sul foglio, anche con una lente di ingrandimento che lo renderebbe misurabile, dobbiamo basarci sul postulato della sua immisurabilità.

Formuliamo quindi:

1.      Il “dato” è il minimo elemento di modifica di una situazione precedente. Il foglio prima era bianco, ora non più.

2.      I “dati” sono soggetti a molteplici convenzioni. Un dato, per avere un qualunque significato, deve essere associato ad una convenzione, non di ordine logico, ma anche di ordine utilitaristico. Ecco perché il puntino “è una superficie” e ne posso calcolare l’area.

Il secondo postulato di Euclide afferma che “la linea (curva) è la lunghezza senza la larghezza” e il terzo postulato afferma che “gli estremi di una linea sono due punti”. Possiamo anche applicare al punto uno stato di quiete o moto, per comprendere vettorialmente la creazione del mondo tridimensionale nel calcolatore.

Applicare ad un dato una convenzione, innesca la “formazione” di un mondo. Quindi un'altra formulazione è:

3.      L’informazione è l’applicazione di una convenzione ad un dato.

Informazione è un insieme di dati presi come un pacchetto.

Ora tracciamo su questo foglio un ovale. Non chiediamoci quanto è grande, ma che cos’è? Per essere qualcosa dobbiamo rifarci al terzo punto, dobbiamo applicare a quel dato una convenzione. Quell’ovale a seconda della convenzione che scegliamo sarà un insieme di puntini, la lettera “o” dell’alfabeto, il numero 0, un ovale (matematicamente definito), la proiezione bidimensionale di un volume, una nota semibreve…tutto questo dipende dalla convenzione.

Nel passaggio nel mondo informatico, la domanda “che cos’è?” non è concepibile perché noi in informatica, sappiamo già in partenza entro quale sistema convenzionale ci muoviamo, perché è un mondo formalizzato in partenza.

La quarta formulazione quindi è:

4.      In informatica non esistono dati, ma sempre e solo informazioni.

È noto però che l’informatica ha uno stretto legame con i dati elettrici del calcolatore elettronico, o non ci sono (off – 0) o ci sono (on – I) e attraverso questo dato elettrico si costruiscono una serie di codificazioni.

La quinta asserzione è:

5.      Se in informatica non esistono dati ma solo informazioni, allora in informatica tutto è informazione.

Quindi l’informazione è davvero “in formazione” ossia in costante, dinamica, muoversi e divenire e quindi per definizione finale, l’informazione è una “massa fluida” che deve ancora prendere forma.

Dalla definizione sul dizionario “informare vuol dire modellare secondo una forma” e le informazioni sono gli atti, allora:

6.      Il prendere forma dell’informazione si definisce modellazione e si esplica nella creazione di modelli.

Quindi il modello è la forma che prendono le informazioni o, meglio, la forma in cui vengono modellate le informazioni.

Questo salto nell’informatica ha rappresentato l’avvento del modo di pensare “what…if” ossia, cosa accade nel mio modello se. Infatti, esistono dei modelli spaziali e architettonici che legano dinamicamente le informazioni geometriche, spaziali, costruttive e prestazionali, al cui variare di una dimensione, è possibile verificare “a cascata” cosa accade in tutte le informazioni interconnesse nel progetto.

Si progettano quindi “famiglie di forme possibili” che variano entro alcuni parametri.

Il progettare e il pensare all’architettura si muove così all’interno di queste informazioni fluttuanti e modellabili.