Renato Nicolini
MASSENZIO E IL CINEMA NEI MONUMENTI
LA NASCITA DELL'ESTATE ROMANA: LA CULTURA CONTRO LA VIOLENZA
Estate romana a Cinema Massenzio, 25 agosto 1977
Quella dell’Estate Romana fu uno dei capolavori che Renato Nicolini mise in atto nel decennio della Roma delle giunte di sinistra. Alla Roma violenta degli anni di piombo, Nicolini rispose organizzando serate di cinema all’aperto, come dimostrazione che la cultura è l’antidoto per sconfiggere il terrore. La politica culturale promossa da Nicolini si rivelò fin da subito in controtendenza con la storica abitudine a dividere, quasi in forma classista, l'accesso alla conoscenza e al sapere. L’evento dell’‘Estate romana’, iniziò infatti ad abbattere la politica dei ghetti urbani aprendo il centro della metropoli a tutto ciò che era oltre i confini prestabiliti. Andrea Cortellessa, in Doppiozero, scrisse che: “Nicolini ha voluto trasformare il Monumento in Circo, ma solo per una sera […] voleva fare in modo che il Centro appartenesse a tutti i Cittadini, anche a noi Forclusi nelle Periferie”. Tale manifestazione assunse ben presto le sembianze di un vero e proprio fenomeno sociologico-culturale che diede nuovo slancio alla città.
I primi eventi culturali nei monumenti romani
Ad aprire la stagione del cinema nei monumenti fu la proiezione del film di Visconti, Senso, ospitata all’interno della millenaria Basilica di Massenzio, il 25 agosto del 1977. Il giorno seguente si assistette poi alla maratona - durata un’intera notte - di tutti i film della saga de Il Pianeta delle Scimmie e quindi al ciclo Cinema Epico con la proiezione di diversi Peplum. Ogni sera, gente proveniente da tutta Roma (e non solo) si incontrava a Massenzio in quell’arena, sormontata dalle mastodontiche volte romane e composta di un semplice schermo e delle panche in legno. Il nuovo decennio si caratterizzò per grandi cambiamenti: dal 1980 lo schermo cinematografico abbandonò le volte della basilica, chiusa al pubblico dopo il terremoto in Irpinia, e Nicolini colse la palla al balzo per trasformare l’Estate Romana in un grande esperimento di avanguardia architettonica per ripensare la città. Fu così che l’effimero divenne urbano.
Estate romana a Villa Ada, 1978
Planimetria dell'allestimento al Colosseo, 1981
La trasformazione urbanistica: Il cinema tra i monumenti
Il nuovo sindaco Luigi Petroselli, succeduto ad Argan, stava portando avanti un’ambiziosa trasformazione: rendere l’area archeologica un grande parco libero dalle auto. A dimostrazione di questa visione, si scelse via della Consolazione, la via carrabile che consentiva l'attraversamento dei fori; la città si sarebbe potuta così riappropriare di quello spazio finalmente strappato alle macchine. Progettisti (scelti dallo stesso Nicolini) furono Ugo Colombari e Giuseppe De Boni, che già avevano collaborato a Parco Centrale e che da allora in avanti diventeranno gli “architetti dell’Estate Romana”. L’esperimento fu un successo ancora maggiore dei precedenti e sarà lo stesso Nicolini a dichiararsi perplesso per la decisione di Petroselli - pochi mesi più tardi - di demolire quella suggestiva via per riunire i Fori, chiedendosi: “Quale sarà la sorte delle parti di città sottratte al traffico? Seguiranno quella delle zone archeologiche incomprensibili per i non specialisti, o, al più, riservate alla malinconica sfilata del turismo internazionale di massa sbarcato da giganteschi torpedoni?”.
L'apice e la fine dell'Estate Romana
Nel 1981, l’Estate Romana raggiunse il suo apice, diventando un fenomeno studiato a livello internazionale. Lo schermo fu innalzato davanti al Colosseo, e la piazza con l’Arco di Costantino, pedonalizzata per la prima volta, ospitò la quinta edizione. L’allestimento, firmato da De Boni e Colombari, includeva uno schermo da 3.500 posti che copriva l’Arco, mentre dall’altro lato furono costruiti spazi per biglietteria, ristoranti e bar. L’elemento più sorprendente fu l’Eidophor, che proiettava figure fantastiche sugli archi del Colosseo. Poco distante, un riflettore illuminava simbolicamente il selciato libero dalle auto, evocando la Meta Sudans. Il 10 giugno, si proiettò Napoleon con l’Orchestra di Santa Cecilia, e lo schermo si triplicò per intensificare la battaglia campale.
Le edizioni successive si svolsero al Circo Massimo, riscoperto dai romani per eventi di massa. Dal 1982 al 1984, De Boni e Colombari ridisegnarono l’area con cinema all’aperto, locali e botteghe. Nel 1985, con la sconfitta del Partito Comunista, l’Estate Romana si concluse tra le architetture del '900 all'EUR, un atto simbolico e anticonvenzionale. L’allestimento interruppe la prospettiva di via della Civiltà e del Lavoro, offrendo una nuova chiave di lettura del monumentalismo mussoliniano. Questi esperimenti urbani, frutto di una collaborazione tra amministrazione, architetti e pubblico, durarono otto anni, sfidando chi definiva l’iniziativa "effimera".
Video proiezioni sull’Anfiteatro Flavio, 1981
Proiezione del Napoleon di Abel Gance, 10 giugno 1981
Un nuovo modo di vivere la città attraverso la cultura
Edmond About, un viaggiatore francese che visitò Roma nel 1861, ha descritto (in un resoconto di viaggio, Roma contemporanea), la rivoluzione di quegli anni; il monumento mantiene la sua identità ma, sia pure per il tempo di una maratona cinematografica, accetta di sospenderla, sciogliendosi, nell’immaginario nostro contemporaneo, nei sogni ad occhi aperti che il cinema può innescare una “folla” d’individui sovrani e solitari, non la “massa” all’unisono con il delirio d’onnipotenza delle istituzioni.
Fonti sitografiche:
pagina dell'articolo completohttps://sites.google.com/view/nicolinirenato/articoli/massenzio-e-il-cinema-dei-monumenti
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