Laboratorio di progettazione iII

Prof.ssa Arch. Alessandra De Cesaris

La Prof.ssa A. De Cesaris ha proposto per il Laboratorio di Progettazione del terzo anno della Facoltà di Architettura, il tema dello studentato.

Ci troviamo in un vuoto urbano scarsamente valorizzato, più precisamente nel  “Borghetto Flaminio”.

L’area denominata “Borghetto Flaminio”, localizzata a nord di Piazzale Flaminio tra la via Flaminia e le pendici di Villa Strohl Fern, presenta una particolare rilevanza dal punto di vista storico ambientale; sia per la sua posizione, vicino a Piazza del Popolo, che per prossimità con importanti attrezzature pubbliche ed emergenze storico monumentali.

Ciononostante l’area, che è di proprietà di Roma Capitale, presenta ancora oggi un elevato degrado; occupazioni abusive, attività improprie, manufatti abbandonati e fatiscenti.

IL CONCEPT

L'idea del progetto nasce dalla possibilità di confrontarsi con la rupe, elemento naturale di grande impatto e con il tessuto urbano circostante.

La forma dell'edificio deve essere capace di dialogare con la maglia urbana del quartiere ma comunque risaltare e divenire un momento, un'attrattiva per lo sguardo e le idee, una centralità, un punto di incontro ben definito.

Da queste motivazioni nasce un elemento, un oggetto "misterioso" che con le sue misure e la sua forma semplice ma primigenia si erge come elemento naturale e al con­ tempo artificioso, a confronto della imponente rupe e della città storica già definita e consolidata.

Proseguendo nella sua evoluzione e con le conseguenti revisioni è stata sviluppata una maglia interna libera: un'idea degli spazi per studenti e ospiti, in cui è stato desti­ nato l'edificio, in cui si interpolano ambienti per socializzazione ad ambienti riservati e introspettivi, come ad esempio la seduta ricavata dalla nicchia delle finestre di cia­ scun alloggio privato ad uso meditativo e riflessivo. Da questo fondamentale pensiero nasce così la divisione concettuale molto forte degli spazi.

Le parti comuni, guidate dall'imperativo della permeabilità, vengono dotate di grandi spazi sociali e suddivise da pareti vetrate e mobilio, disegnando confini immaginari, in modo da consentire e sviluppare la comunicazione e l'integrazione delle persone. Gli alloggi privati sono dotati di tutti i comfort necessari allo studente per isolarsi e ritrovare un luogo personale di calma, studio e riposo.

Proseguendo, il progetto ha continuato ad evolversi. L'edificio ha sviluppato dapprima una pelle da cui, come un bozzolo di farfalla si è sviluppato, ora la forma primitiva e pura si scompone, si "rompe" e si apre davanti allo spettatore, che è portato alla ricerca ed alla scoperta del meccanismo interno, in un contrasto tra la levigatezza per­ fetta della forma e la complessità nascosta dell'interno. 

Le scale interne all'edificio sono un vero e proprio percorso in cui la prospettiva interna dello studente, si modifica, si evolve di piano in piano, facendo scoprire nuove prospettive interne, un percorso recondito dello stesso. Grandi logge e terrazze permettono a chiunque di poter godere della magnifica vista a nord e sud di via Flaminia nonché di poter coltivare un piccolo orto e beneficiare di prodotti biologici.

Il lotto ha trovato quella che è la sua forma ultima, incrementando una piazza e una gradinata, che incorniciano l'edificio e ne esaltano la forma.

La piazza diviene un elemento di comunione con la città e permette con i suoi eleganti materiali e lineare semplicità, di accentuare le dimensioni importanti dello studentato. La scultura fluttuante, su uno specchio d'acqua, di una celebre sfera di Arnaldo Pomodoro è un chiaro riferimento visivo al complesso meccanismo interno dell'edificio. Al contempo la gradinata, dotata di aree attrezzate, si raccorda con la scontrosa rupe, che in questo modo è capace di dialogare dolcemente con tutto il progetto e la città circostante, valorizzandone ed esaltandone l'importanza, trasformandosi perciò non più in elemento da sfondo, bensì in un importante dettaglio di tutto il quartiere e soprattutto del progetto.

Abbiamo un alternanza di pieni e vuoti che generano movimento all’edificio. Le facciate si evolvono in maniera diffente, in due lati opposti tra loro avremo dei tagli netti e profondi, uno squarcio nell’edificio, negli altri due lati del parallelepipedo, la pelle e i tagli saranno regolari, “disturbati” solamente  dai terrazzamenti che entrano ed escono.

ALCUNI RENDER

Le parti “comuni” alla stanza. Comodi divani per la socializzazione e tavoli sono alternati a cucine semi-private.

Ogni stanza è divisa e usata da 1 solo studente ma il blocco delle residenze prevede una cucina in comune alternata ad dei divanetti e dei tavoli.

Due render di stanze tipo. Possiamo notare solamente il letto e una grande scrivania attrezzata; delle sedute sul bordo della finestra saranno utilizzate tipo divano per il relax dello studente. La cabina armadio fa da filtro tra il bagno e l’ingresso in modo da isolare lo studente dal ballatoio centrale


Il dormitorio per studenti, situato in una zona universitarià ad alta densità, è sviluppato su 14 piani, un edificio che spicca per importanza e valore simbolico.

Tredici piani saranno adibiti a dormitorio con stanze singole e spazi “semi-comuni” ed ospiterà 166 studenti.


I primi due piani dello studentato, saranno adibiti a sevizi e spazi comuni.

Il piano terra è stato adibito a zona ristoro e aule multimediali.

Al piano primo abbiamo un’ulteriore ala ristoro, la lavanderia, l’infermeria e gli uffici di gestione dello studentato

La particolarità dell’organismo  edilizio è l’alternanza dei tagli dei terrazzamenti e la ricerca del centro con delle scale che si ramificano, si “muovono” all’interno del patio dello studentato. Fluidità dei percorsi e luce sono gli elementi chiave dello studentato.

CAROSELLO DELLE TAVOLI ORIGINALI