Van Berkel Digitale

Diagrammi, processi, modelli di UNStudio

riassunto del libro scritto da Andrea Sollazzo

QUALITA’ ORGANIZZATIVA DELL’ARCHITETTURA

Verso la fine degli anni ottanta, ci troviamo davanti la nascita di una nuova generazione di architetti e di progetti grazie alla presenza del computer e dell’Information Technology. Anche la società progressivamente è cambiata e con essa le abitudini, la percezione del tempo e delle distanze;  sono stati creati e messi in contatto fra loro in un enorme fluida rete di connessioni alla portata di tutti, un incredibile ammontare di conoscenze, dati e informazioni. L’uomo contemporaneo vive realmente in più universi che si sovrappongono e si accavallano tra di loro.  Nella società contemporanea, nella quale il prodotto ha raggiunto uno standard performativo elevato, il valore aggiunto è composto in gran parte da un fattore astratto di informazioni che creano una classificazione qualitativa dell’oggetto.

Ben Van Berker e Caroline Bos, specializzati a Londra presso l’Architectural Association e al Birbeck College, sono fra i primi a fare del Digitale in architettura un tema di ricerca specifico ed a inserirlo in nel processo creativo, organizzativo e realizzativo. Van Berkerl sottolinea l’importanza del digitale e lo fa paragonandola all’importanza dell’introduzione del cemento armato in architettura.

UNStudio, acronimo di United Network Studio, venne creato per non perseverare con le tradizioni consolidate degli studi di architettura dove vi era l’architetto capo. Van Berkel e Caroline sono dei consulenti per il team dove discutono di quello che si fa in un sito, Van Berkel scarabocchia ma poi Caroline interviene sul programma; il tutto è ciclico e si va avanti così per molto tempo, il progetto vero e proprio arriverà molto tardi. Di fronte ad una marea di dati, la fatica dell’architetto sta nel saperle filtrare, organizzarle e renderle attive. Concetti come zoning chiuso e il concetto di vassoio, sono superati per far fronte allo sviluppo culturale di una società. La città odierna vive su più livelli e in più luoghi contemporaneamente e sono infrastrutturalmente connesse tra di loro, definendola megalopoli fluida.

Dati

I dati sono la base di ogni processo creativo e saperli selezionare fa la differenza. UNStudio coniuga i termini Deep Planing e Mobile Forces, metodologie progettuali che prevedono come punto di partenza l’analisi del contesto e delle forze che in esso si sviluppano, quindi viene riposta enorme attenzione nella mappature delle informazioni riguardanti i flussi dinamici attuali e ipotizzabili integrati con dati temporali cosi da definire le destinazioni d’uso. La complessità sta nel trovare parametri che possano descrivere realtà complesse della città contemporanea. Nei progetti di UNStudio questi parametri cercano di mettere al centro l’uomo e l’utilizzo che esso fa dello spazio nel corso del tempo.

Cambia il modo di progettare, dove a formulazione di un palinsesto di informazioni predomina sulle mere suggestioni di uno schizzo o di un plastico. Quello che spesso non cambia è la visione che ha la gente della nuova visione di progetto, credendo che questi approcci possano portare l’architettura verso una deriva deterministica dove l’architetto sfugge le proprie responsabilità nascondendosi dietro una cieca scienza informatica, sebbene sia ormai chiaro che è l’attenzione della scelta dei dati e come si relazionano tra di loro portano qualità all’architettura.

Il bazar formale

L’introduzione dell’informatica nell’architettura ha dato modo a tantissimi architetti contemporanei di sperimentare nuove forme e nuovi spazi, ma la facilità di uso di questi strumenti e l’esigenza del mercato di stupire, sta facendo si che un qualsiasi studente possa facilmente creare forme bizzarre e qualsiasi ingegnere può trasformale in edifici; la teoria dello strano e stupefacente ha portato un pericoloso blocco dell’evoluzione architettonica iniziata negli anni 90. UNStudio afferma che molti parametri e teorie andrebbero rivisti per non creare un bazar formale, e che come tutte le rivoluzioni, che all’inizio vivono di entusiasmo e passione, hanno bisogno di regole e palinsesti ben definiti. È giunto il momento di capire cosa c’è dietro quei gesti e quelle operazioni, bisogna conoscere e strutturare quei nuovi campi per renderli idonei all’architettura contemporanea.

UNStudio cerca di sintetizzare le operazioni e innovazioni formali, programmatiche e metodologiche in tre punti chiave:

1 – i modelli progettuali

2 – il pensiero digitale

3 – la dimensione programmatica del progetto architettonic


LA TEORIA PER LA PROGETTAZIONE DIGITALE

Modelli progettuali, modelli dinamici e trasformabili

Il processo creativo di UNStudio procede in maniera innovativa, innescando una serie di oscillazioni che definiscono il progetto secondo uno schema circolare tipico di calcolo combinatorio informatico anziché il più tradizionale processo modernista lineare e fatto di geometrie euclidee.  Il diagramma è l’innesco che attiva il processo generativo e al tempo stesso ne definisce le regole, i margini, le proporzioni ed è il ponte fra l’astratto e il materiale, trasformando i dati in nozioni analitiche con valore estetico, comunicativo, riassuntivo e generatore. Quello che però distingue i diagrammi di UNStudio rispetto ad altri autorevoli architetti è la palese e immediata connessione col mondo dell’information technology; l’interattività e l’adattabilità del modello rendono fluido e continuo il processo di ottimizzazione dove all’interno dello stesso, se ben congeniato, è possibile scambiare, variare, modificare di continuo i dati e punti di vista senza alterare la funzionalità e l’efficacia. La ciclicità avviene in quest’ordine: immissione dati, analisi, generazione, verifica per poi tornare all’aggiornamento dell’equazione con una serie di dati aggiornati.

No al progettista di modelli

Il modello è uno strumento, non il fine e le energie dell’architetto non devono disperdersi in modelli complessi, script e sistemi di gestione del progetto complessi e utili solo a se stessi.

I modelli progettuali creati e usati nel corso degli anni da UNStudio sono 5 famiglie interconnesse:

1 – Principio inclusivo

2 -  Modello matematico

3 – Modello a V

4 – Modello Blob to Box

5 – Principio di deep planning

Il modello progettuale organizza una serie di principi: funziona come un prototipo, che genera famiglie di progetti, che vengono attraversati e generati in maniera trasversale da altri tipi di modelli.

Pensare digitale

La posizione di UNSudio non è dissimile dalla figura dello scienziato di ricerca che sperimenta e cerca di inventare nuovi sistemi  e nuove possibilità grazie all’evolversi delle conoscenze e tecniche.

Rubber Mat

Nel 1995 la città di Rottherdam commisione uno studio sui possibili sviluppi urbanistici e architettonici di alcune aree della città per i seguenti 50 anni. L’approccio di UNStudio è originale e innovativo, il quale non disegna una città del futuro, ma analizzano sistemi e forze che muovono e generano la città.ùSi analizzano quattro condizioni della città contemporanea, ossia l’abitare, il lavorare, il divertimento, il paesaggio che vengono tracciate su una linea temporale orizzontale nel modello tridimensionale che segue la forma fisica della città. Lungo la linea verticale UNStudio inserisce i parametri che vanno a modificare i quattro diversi layer, ossia il valore delle aree, il valore degli affitti, la densità degli edifici, la densità lavorativa e l’aumento delle attività produttive, dei servizi e della qualità paesaggistica. Si genera quindi un “materasso ad acqua” dove con una pressione in un punto si genera una reazione in altri punti.

Il lavoro di UNStudio cerca di capire e analizzare le forze che si nascondono dietro la facciata della città, si interessa alla sostanza astratta, ai principi organizzativi, alle relazioni e connessioni che intercorrono fra essi.

L’estensione della linea

L’analisi e le risposte di UNStudio ruotano essenzialmente attorno ai concetti di campi di azione, margine, organizzazione, sistema, metodo, sostanza.

Van Berkel usa come esempio la linea, prima del digitale, gli estremi di questa linea erano ben definiti, e vedevano da un lato l’estetica, dall’altro la funzionalità. In questa linea l’architetto si muoveva, erano i confini dell’architettura, dove superati gli estremi avevamo l’arte o l’ingegneria.  Con l’avvento dell’informatica, questa linea è stata possibile allungarla, di interagire con nuove competenze e nuovi ambiti, come per esempio l’arte digitale, la moda, il virtuale. Si è modificato anche il concetto di efficienza, dove entrano in ballo valori astratti quali l’equilibrio economico, le performance energetiche. Van Berkel pone molto l’accento sulla possibilità di espandere il più possibile la linea, ma realizza che la linea è limitante e propone il cerchio che rappresenta meglio questa nuova visione. Nel cerchio è impossibile identificare dove si colloca l’estetica e dove la funzionalità, le connessioni sono compresse ed incrociate.

Nel modello modernista lo strumento della griglia partiva dal concetto di ripetizione di potenzialità constanti, la struttura era rigida ed estremamente logica, ma grazie al digitale c’è la possibilità di lavorare su strutture più fluide, dove la ripetizione non è seriale ma adattabile.

Questo modello circolare adattabile è alla base del museo per la mercedes a Stoccarda. Nasce l’idea di creare uno spazio fluido all’interno del quale il visitatore possa viaggiare come a bordo di un’automobile, lungo un’unica linea continua.


La gestione del progetto: sostenibilità digitale

Le ricadute pratiche di un tale processo sono innumerevoli, specialmente se il modello non è digitalmente avanzato; di fatti un modello digitalmente avanzato  da la possibilità di adattare e modificare in tempi brevi l’intero progetto. Per fare ciò UNstudio ha creato per il Museo della Mercedes a stoccarda un modello digitale gerarchio che permettesse il costante aggiornamento del progetto.

L’architetto è responsabile non solo della creazione di una forma; l’aspetto digitale è importante tanto quanto l’ambito creativo. Un modello tridimensionale così complesso, organizzato in maniera gerarchica e parametrica richiede l’ausilio di tecnici specializzati e dedicati a tempo pieno. Questo modello è stato progettato in maniera che cambiando le singole parti o dettagli, questi cambiamenti possono essere applicati e verificati attraverso un sistema a cascata sull’intero progetto.

Inoltre tale modello è intelligente ed è possibile verificare le conseguenze di questi cambiamenti andando a intervenire sia sul complesso che sul singolo elemento.

Per la progettazione e realizzazione del Museo della Mercedes a Stoccarda è stato creato un modello tridimensionale scomposto in più di cento parametri matematici che ne gestivano e controllavano le geometrie.  Questo ha reso possibile sviluppare e adattare il progetto in tempi rapidi ed efficienti.

Ad esempio, l’approccio a questo sistema ha aiutato a gestire e risolvere oltre agli aspetti formali, gli aspetti tecnici, che sono stati integrati e gestiti nel modello tridimensionale, come i 6500 pannelli vetrati di forma irregolare per la facciata, le aperture nelle superfici di cemento a doppia curvatura per gli impianti di illuminazione e le pannellature metalliche per il rivestimento esterno.
Strutturalmente l’edificio ruota attorno ai tre corpi portanti centrali in cemento armato, che incorporano le scale e le connessioni verticali. Questi elementi sono collegati fra loro da un elemento, in cemento armato, chiamato Twist che crea una sorta di gabbia di travi che trasferisce i carichi dei solai alla facciata e alla struttura portante centrale. L’elemento Twist ha richiesto un particolare studio.

La dimensione programmatica

La società è cambiata, il modo di vivere la città è cambiato, una ricerca formale è la conseguenza naturale di questi cambiamenti. I ritmi e i modi di vivere, lavorare, abitare, divertirsi dell’epoca contemporanea seguono nuove dinamiche e utilizzano nuovi mezzi di trasporto, comunicazione e relazione.

UNStudio è alla ricerca e sperimentazione di quei principi organizzativi e generativi che corrono al di sotto della pelle: l’identificazione e lo studio del sistema nervoso e muscolare del mondo contemporaneo; strumenti e mentalità digitali rendono possibile afferrare e sviluppare a pieno tutte le potenzialità che questo campo ci mette a disposizione.

Come detto in precedenza, la capacità di astrazione è un primo passo. La materia digitale è fluida e adattabile, il principio generativo e geometrico è nascosto nella memoria dell’organismo. Il concetto del “Blob to Box” è importante proprio per questo: il passaggio avviene in maniera fluida andando a trasformare completamente il risultato finale senza modificare le relazioni e le connessioni interne del sistema.

Quello che rende il tutto più interessante e innovativo è proprio la possibilità di andare a vivere e generare gli spazi fra la configurazione iniziale e quella finale, i territori di raccordo e di ibridazione sono i nuovi ambiti del digitale.

Il concetto di inclusività, come lo definisce Van Berkel, è valore chiave per afferrare lo spirito progettuale di UNStudio. L’architetto oggi si occupa a tutto tondo di ogni aspetto, l’organizzazione è basata sun un gesto globale mirato ad assorbire tutte le diversità. Come al solito, l’approccio digitale è a tutto tondo: tali concetti e un tale modo di ragionare e intere in progetto sono figli dell’epoca digitale e il mezzo informatico, il computer, il monitor, rendono possibile il materializzarsi in tempo reale di questi mondi e sistemi complessi.

FORME, FLUIDITA’ E INTERATTIVITA’ SOFT

La fluidità, l’interazione, il fattore tempo e il dinamismo delle strutture mentali e organizzative ricercate da UNStudio si materializzano e si esplicitano in una serie di linguaggi e valori estetici e formali che sono un fattore fondamentale della ricerca e dell’opera di UNStudio.

Nasce un linguaggio fatto di superfici continue, fluide, di volumi e geometrie che rispondendo a un processo creativo innovativo immergono l’utente dello spazio architettonico in nuove strutture formali ed estetiche.

Le forme e l’espressività dei progetti di UNStudio vengono generate dall’interno, arrivano come soluzioni necessarie e naturali di un processo creativo che, pur non partendo dalla forma in maniera scultorea, non nega il potere e l’importanza dell’espressione estetica come fondamentale valore comunicativo e contenutistico dell’architettura.

Le nuove tecnologie e le nuove sperimentazioni permettono di arricchire il mondo della percezione e della conoscenza. Quello che UNStudio ricerca è una continuità e una fluidità che si contrappongono ancora una volta al modello della griglia modernista, dove la ripetizione, la standardizzazione, la riduzione del progetto architettonico a forme e sistemi riproducibili in serie e poi aggregabili ha spesso portato a risultati impersonali, alienanti e non più attuabili.

I concetti di interazione e comunicazione nel progetto architettonico sono tipici dell’epoca digitale: insieme ad uno sviluppo tecnologico che ha portato nuove possibilità espressive si è anche sviluppato un tipo di società e di cultura che ha come valore aggiunto la trasformabilità e adattabilità del prodotto alle mutevoli esigenze del mercato e della società. In architettura l’interazione di un edificio non è mai con un unico utente, ma deve sempre rispondere a molteplici figure. Un’immagine accattivante e innovativa di un edificio aumenta enormemente la sua capacità catalizzatrice sul mercato e sulla percezione del cittadino, possiamo quindi parlare di interazione tra l’edificio e l’ambiente circostante.  In diversi progetti la facciata diventa un vero e proprio schermo luminoso che può disegnare effetti grafici e cromatici, la facciata diventa luce, immagine, pixel. Attraverso il computer è possibile adattare il diverso tipo di illuminazione o di colore, in base alle esigenze.